I Quaderni di Serafino Gubbio operatore è un romanzo di Luigi Pirandello pubblicato nel 1925. L'opera è narrata in prima persona da Serafino Gubbio, un operatore cinematografico che lavora per la Kosmograph, una casa di produzione cinematografica a Roma.
Il romanzo è una critica feroce alla nascente industria cinematografica e alla sua influenza sulla società. Serafino, progressivamente spogliato della sua umanità, diventa una "macchina", un semplice strumento per registrare immagini. La sua esistenza si riduce a inquadrare, girare la manovella e osservare passivamente la vita che si svolge davanti alla cinepresa.
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Trama in sintesi:
Serafino Gubbio, un intellettuale fallito, si rifugia nel lavoro di operatore cinematografico, nella speranza di trovare un senso alla sua esistenza. Tuttavia, ben presto si rende conto che il mondo del cinema è un ambiente superficiale e alienante, dove l'uomo è ridotto a una mera funzione. La vicenda culmina con la ripresa di una scena di caccia in cui la protagonista, l'attrice Varia Nestoroff, rimane uccisa da una tigre. Serafino, muto e traumatizzato dall'esperienza, diventa definitivamente una "macchina da presa", incapace di comunicare le sue emozioni.
In definitiva, I Quaderni di Serafino Gubbio operatore è un'opera complessa e amara che riflette sulla crisi dell'uomo moderno di fronte al progresso tecnologico e alla massificazione della società. Il romanzo è una testimonianza della capacità di Pirandello di anticipare le problematiche del mondo contemporaneo e di analizzare la condizione umana con lucidità e profondità.
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